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Notizia del 08/11/2011 - 09:32
SVIZZERA
Novartis e il destino dei suoi cani da laboratorio
Oltre ai piani di ristrutturazione annunciati a
livello di personale, Novartis ha intenzione di smantellare dei
laboratori sperimentali. Sono dozzine i cani beagles "in esubero". Che
fine faranno questi animali?
di p.d'a.
Keystone (archivio)
BASILEA - Alla Novartis non si taglia soltanto sul personale. Quello
umano, per intenderci. Il gigante della farmaceutica elvetico, infatti,
nel suo progetto di ristrutturazione, che prevede 2000 licenziamenti a
livello locale e internazionale, ha incluso anche lo smantellamento di
laboratori sperimentali. Con la chiusura, infatti, di due stabilimenti,
Novartis abbandona anche diversi progetti di ricerca in territorio
svizzero.
Come si legge sulla Basler Zeitung sono dozzine i cani Beagles "in esubero".
La portavoce di Novartis Karin Blumer, interpellata dal SonntagsBlick,
non ha ancora potuto fornire informazioni precise circa il destino dei
quattro zampe interessati dal piano di ristrutturazione. Le opzioni
possibili sono ancora da definire. I cani potrebbero essere trasferiti
in altri stabilimenti Novartis, essere venduti ad altri laboratori, dati
in adozione in qualche canile, oppure definitivamente addormentati.
La multinazionale si è data ancora qualche mese di tempo per decidere.
Se ne parlerà nei primi mesi del 2012. Stando a quanto si legge,
tuttavia, il suo obiettivo è quello di trovare, per il numero maggiore
di cani possibili, una nuova casa. A tal proposito, Novartis sta già
collaborando con la Protezione Svizzera degli animali (PSA). Conferme in
questo senso sono arrivate direttamente dalla portavoce
dell'associazione, la signora Helen Sandmeier: "se i cani non sono
troppo debilitati bisogna assolutamente dare loro una seconda
possibilità di vivere. Alcuni non sono mai stati all'aria aperta e non
sanno neppure cosa sia una corsa in libertà. Si meritano di concludere
la loro esistenza in modo dignitoso, da cani liberi".
La via dell'adozione, tuttavia, non è semplice. Questi cani da
laboratorio sono dfficilmente addomesticabili. Avendo avuto contatti
rarissimi con l'esterno, si sono visti preclusa la possibilità di
socializzare con l'uomo. E se gli esemplari giovani hanno qualche
possibilità in più di abituarsi alla libertà, per quelli più anziani
l'impresa diventa quasi impossibile.
Il veterinario Julika Fitzi è andata a trovare i Beagles della
Novartis. Stando a quanto ha dichiarato, la maggiorparte dei cani sono
in buona forma. "Soltanto alcuni sembravano impauriti o in qualche modo
problematici". Per quanto riguarda i cani infettati, invece, la
dottoressa vede pochissime chances, se non nulle, di poter trovare loro
una nuova sistemazione".
Sulla possibilità di dare in adozione queste bestiole, tuttavia, il
Presidente della Lega Svizzera contro la vivisezione non nasconde il suo
scetticismo. Secondo lui il tentativo dei ricercatori, con questa
operazione, è unicamente quello di ripulirsi la propria coscienza,
"anche perché fondamentalmente loro si liberano di quelli di cui non
hanno più bisogno".
La Protezione Svizzera degli animali si rende complice delle case
farmaceutiche? "No, noi non appoggiamo questo tipo di ricerche
sperimentali" si difende Sandmeier. "Ma in questi casi concreti dobbiamo
trovare un accordo con loro per il bene degli animali. Un patto con il
diavolo".